LA LINGUA DEI SEGNI
Cultura di sordi
La lingua dei segni è un dono della cultura sorda rivolto a chiunque. È aperta a tutti coloro che sono pronti a vedere il mondo in modo diverso e a condividere quest’esperienza.
La lingua dei segni è un sistema linguistico visivo che offre la possibilità di allargare gli orizzonti e acquisire nuove conoscenze. La lingua dei segni italiana non è una semplice traduzione della lingua italiana. Le persone segnanti pensano tramite immagini e per gli udenti ciò rappresenta un’enorme sfida a livello d’apprendimento. Chi impara la lingua dei segni, impara una grammatica e i singoli segni, ma soprattutto, impara a conoscere un sistema linguistico visivo a lui nuovo. Fanno parte della lingua dei segni le mani, le braccia, la postura del corpo e la mimica. I segni vengono prodotti nel cosiddetto «spazio neutro» davanti al corpo. È lì che si segna il presente e il futuro e si descrivono persone ed eventi. Chi segna, costruisce un’immagine linguistica. E chi si avventura nella lingua dei segni, vede il mondo con occhi diversi.
La lingua dei segni permette alle persone sorde e audiolese di accedere alla lingua degli udenti e di conseguenza rende possibile la partecipazione culturale. La lingua dei segni avvicina le persone sorde al sistema linguistico fonetico e le sostiene nella comprensione dei contenuti di questa lingua a loro sconosciuta. Chi non può collegare una sequenza di lettere ad una determinata produzione di suoni, deve appropriarsi faticosamente di ogni singolo termine della lingua parlata; la pronuncia, il significato, nonché l’uso grammaticale.
Con la lingua dei segni, invece, i termini – sia scritti che parlati – prendono forma e divengono visibili alle persone sorde. La convivenza paritaria tra lingua dei segni e lingua parlata e scritta rappresenta la base migliore per le persone sorde e audiolese, affinché esse possano accedere all’istruzione e affinché possano prosperare sia all’interno della cultura udente come anche in quella sorda. Questo è il bilinguismo.